venerdì 11 settembre 2015

Guida all’alfabeto fashion dalla A alla Z

Do you speak fashion?



Con New York inizia il lungo mese della moda.
Che si snoda poi attraverso Londra, Milano e Parigi. Se è impraticabile partecipare alle sfilate (ma su iodonna.it è possibile vedere gli show in streaming), ci si può allineare almeno al gergo di giornalisti, blogger e buyer.

Giusto per sapere cosa siano un front row, un fitting, un timing e un moodboard.
Bastano 21 parole per essere à la page. Con il nostro alfabeto.
Le più cool del momento?

W come Welcome Givenchy. Ovvero la prima sfilata a NY aperta al pubblico

A come Athleisure.
La tendenza sporty nei front row, come Rihanna con il berretto da baseball.

H come Hashtag. Se non conosci l”hashtag giusto per i social, sei fuori. Fuori dal giro, appunto.

L’alfabeto (sconosciuto) della moda:

Il mondo della moda è così eclettico ed in continuo movimento. Il cambiamento coinvolge non solo gli abiti ma anche il suo linguaggio. Ecco una prima introduzione alle terminologie base che un “MODAIOLO VERO” devo conoscere (o far finta di conoscere).
 
A = ASAP
Acronimo di “As soon as possible”. Detta anche frase dell’ansia, che tradotta vuol dire: ti prego muoviti a rispondere, è urgente. Nella moda tutto è questione di vita o di morte, come in una puntata di ER. Sostanzialmente si chiudono così tutte le mail indirizzate agli uffici stampa stranieri.
 
B = BRIEFINGRiassumere, dare brevi istruzioni. Essenzialmente è una riunione per chiarire i punti chiave di un servizio fotografico o di una campagna pubblicitaria. Si potrebbe anche usare “meeting” ma ormai è troppo inflazionata e a noi non piace mischiarci con gli altri;
 
C = CALL SHEETOrari di convocazione, indirizzo dello studio o della location ed elenco (con nominativi e recapiti) della troupe del servizio fotografico. Questo è un documento che la produzione gira alla modella, che tanto se lo perderà sicuro, e agli altri componenti del gruppo (stylist, truccatore, parrucchiere, ecc). La mattina del servizio c’è sempre qualcuno che chiama perché ha dimentico l’orario o il punto d’incontro;

D = DESIGNER
Semplicemente lo stilista. Ma a noi non piace utilizzare le parole italiane;


E = EASYFacile semplice. E’ un ossimoro: nel fashion system nulla è facile o semplice!!!;
 
F = FITTINGLetteralmente “adattamento”, si usa questo termine per indicare l’operazione con la quale si prova l’abito alla modella per vedere come le sta. Essenzialmente se lo veste bene o sembra una gruccia (come spesso accade);
 
G = GLAMOURFascino, in particolare con riferimento a eleganza, sensualità , seduzione. Nella moda è un aggettivo dalle sfaccettature, per frequenza di utilizzo viene dopo ADORO, TOP, GIUSTO, SUPER;

H = HAIR STYLIST
Parrucchiere. Ma quanto fa più fico dire HAIR STYLIST!!!;


I = IRIDESCENTCome multicolore, variopinto, cangiante, variegato, iridato, luminescente, opalescente, screziato. Si sente ripetere: “fa quell’effetto iridescent”. Si, lo so, non vuol dire nulla;
 
L = LOOKBOOKLetteralmente libro dei look. E’ una sorta di catalogo con le foto di tutti i look di una collezione. Spesso scegliamo gli abiti per i servizi fotografici da qui, se ti va bene sono giganteschi, ma se sono concettuali (e accede spesso) ti toccherà guardare un anello su un’immagine 3 cm x 4c m;
 
M = MOODBOARD
Sono una serie di immagini unite tra di loro che serve a designer e stylist a illustrare in un formato visivo un progetto o il concept di una collezione o di un servizio fotografico. Per essere chiari: è un COLLAGE, COLLAGE, COLLAGE!!!;
 
N = NEW FACES
Modelle emergenti. Si stratta di ragazze molto giovani che hanno appena iniziato a lavorare. Se sei fortunato domani diventeranno Kate Moss e potrai dire: io l’ho fotografata;
 
O = OUTFITE’ il look, l’insieme dei capi e degli accessori che hai combinato insieme. Questo termine è fondamentale anche per insultarsi, non si dice più “che cosa ti sei messa?” ma “che outfit di merda”. Così ti sembra di essere stata ingiuriata due volte;
 
P = PPMAcronimo di PRE PRODUCTION MEETING. La prima volta che qualcuno mi ha detto il “ppm è alle 15″, mi sono sentita una stupida. PPCOSAAA?! Per me il PM è il Pubblico Ministero e se ti convoca un PM non c’è proprio da star sereni!!!.
 
Q = QUOTESSono gli estratti di un’intervista, una parte di una dichiarazione, di uno stilista o di un fotografo,  ovviamente famosi.

R = RSVP
Acronimo di “REPONDEZ, S’IL VOUS PLAIT”. Altra frase densa di ansia: si prega di rispondere e confermare una presenza per favore!!! Quanto è più chic la sigla francese;

 
S = STILL LIFELa fotografia di un oggetto inanimato, quando quindi si fotografano scarpe, borse e gioielli senza che vengano indossati da una modella. Quanto sarebbe così facile usare il termine “natura morta”, ma se puoi captare il significato facilmente a noi non va bene, troppo semplice poco chic;
 
T = TBCAcronimo di TO BE CONFIRMED. Per non farci mancare la nostra dose quotidiana di angoscia, sta per: “dovrò confermarlo”;
 
U = USCITENel nostro gergo ha un doppio significato, nessuno dei due vicino al suo significato nella vita reale. Innanzitutto indica il numero di pubblicazione del giornale. Con lo stesso termine si fa riferimento in ordine progressivo ai look apparsi in passerella ;
 
V = VISUAL (MERCHANDISING)La traduzione letterale è “visualizzazione della merce”, riguardano l’atmosfera prodotta dagli stimoli sensoriali che il prodotto esposto è in grado di indurre nel cliente per attirarne maggiormente l’attenzione e aumentare i volumi di vendita (ovvero il VETRINISTA);

Z = ZORI: sono dei sandali tradizionali giapponesi. Oggi viene usato per tutti i sandali infradito;

Adesso che anche voi conoscete i MUST-HAVE del dizionario modaiolo siete pronti a imbattervi in queste conversazioni all’ultimo termine, chi sfodera più neologismi HA VINTO!!!

the brunette

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